Trail Città di Cortona 2016 – 43 km D+ 2.040

Data l’esperienza positiva della Ronda Ghibellina, a parte il ginocchio da cui comunque dopo 12 giorni ho tolto i punti, ho deciso di replicare con l’avventura Trail Città di Cortona, con 43 km e D+ 2.040.
L’arrivo a Cortona non è benaugurante, con una fitta pioggerella impalpabile e fastidiosa, con una temperatura comunque gradevole.

Il ritiro del pettorale è rapido ed ho il tempo per vestirmi con calma e decidere cosa indossare e cosa portarmi nello zaino.
Rituale altrettanto benaugurante è lo sbiancamento, a suon di pasta fissan, di alcune zone delicate ad alto tasso di irritabilità e dei piedi.
Mi ritrovo finalmente con il guru Michele R., con Luciano e con Roberto A..
Il breafing in zona partenza si protrarre un po’ più del solito. Veniamo graziati dalla pioggerella, che poco prima delle 8.20 cessa completamente lasciando un’aria non troppo umida e sicuramente non fredda, con il cielo totalmente velato. La situazione ideale per correre senza essere massacrati dallo stellone.

Parto allegro, bastoncini in mano già alla lunghezza opportuna, ma alla prima salita già rallento e mi metto al passo. I primi km, fino al primo ristoro, sono quasi tutti in single track pietroso e pieno di fango, con un bel rivolone d’acqua che scende. Sto (stupidamente) attento a non infilare i piedi nell’acqua, fiducioso che una volta terminato quel single track le cose miglioreranno.
Al primo ristoro vengo ripreso da Michele e Roberto che, appena inizia la discesa, mi seminano in un batter d’occhio. A correre in discesa ho una paura tremenda ed uso il più possibile i bastoncini per frenarmi.

Davide Ponte

Nella salita, a suon di ramazza-bastoncino, recupero lo svantaggio e ci presentiamo tutti e 3 contemporaneamente al secondo ristoro (poco prima del km 15). Ripartiamo ognun per sé, attraversiamo un ponticino e, dopo ancora un po’ di discesa, la prima di 3 sorprese (sicuramente note e annunciate anche nel breafing, ma inaspettate comunque).
Il primo di 3 guadi: attraversiamo il torrente Nestore, bello gonfio di acqua fresca – tendente al fredda – che arriva fino al ginocchio.

Davide fiume 01

Davide fiume 02

Ci infilo quindi dentro per tre volte nell’arco di 1 km, attento a non scivolare in toto e per tre volte ce la faccio. E per tre volte rimango stupito da come le scarpe da trail siano velocissime nel buttar fuori l’acqua imbarcata: 50 metri e non c’è più goccia; altri 2 minuti ed il piede è come prima.
A questo punto me ne frego di tutto il resto e accelero il passo.
La corsa si sviluppa in maniera soddisfacente, alternando passo a corsetta e provando a dare un po’ più di spinta nei tratti in discesa.
Ci sono quindi un paio di salite notevoli e l’ingresso, al penultimo ristoro, nel regno dell’Inter FC: un divertente giardino messo in piedi da un sicuro tifoso. Qui il vento tira forte, freddo, e riparto velocemente per non congelarmi. Inizio ad essere stanco.
La lunga discesa fino all’ultimo ristoro (circa al km 40) mi lascia un po’ provato: costantemente col freno a mano tirato, i quadricipiti e le ginocchia iniziano a farsi sentire. Mi fermo un po’ più a lungo, lasciandomi passare da non meno di 5-6 trailers. Pazienza. Qui anche Roberto riparte velocemente e mi lascia con una fetta di pane con l’olio in una mano e un bicchiere di coca cola nell’altra (ah che goduria!!!).

Riparto con cautela e, a circa 2 km dall’arrivo mi fermo per indossare la giacca impermeabile. Ha ripreso a piovere con insistenza.

Arrivo, in solitaria, in una altrettanto solitaria Piazza della Repubblica. Sorridente e contento di essere arrivato in fondo (qui il tracking, in 6h 33m 51s) e di essere ancor più consapevole che il trail è proprio un’altra esperienza rispetto alla corsa su strada.

Mi vedrete ancora per queste terre!

Davide Arrivo

Lascia un commento