Trail Valli Etrusche 2016 – 50 km D+ 2.700

Eccomi di nuovo. 20 marzo e terza puntata col trail in 60 giorni (e non finirà qui).
E’ la volta del Trail Valli Etrusche, 50 km e D+ 2.700, che a tratti si accavalla con il percorso di 20 giorni prima. Data la partenza alle 7.30 con consegna del pettorale entro le 6.10, la sveglia è alle 4.10.
Solita colazione veloce e leggera che integro una mezz’ora prima della partenza con una barretta di cereali.
Arrivo a Montecchio Vesponi e, preso il pettorale, mi riposo una ventina di minuti in macchina. Quindi vado in palestra a cambiarmi e ad incremarmi.
Palestra non grandissima e affollata di trailers che stanno smontando le loro brande. La notte devono averci dormito in parecchi.

L’aria fuori è frizzante ma non frena qualche ardimentoso e (non) vestirsi: un paio di pantaloncini, scarpe e zaino. A torso nudo… Se esce il sole probabilmente avrà ragione.

Siamo sotto l’arco. Solite utili indicazioni da parte dell’organizzazione. Il sole inizia a fare capolino tra le colline. Via.

Davide - Valli Etrusche 02

Si va subito in salita, lenta e costante per 5 km. Dopo un’oretta e mezzo e circa 8 km mi fermo sul lato della strada e mi cambio: via maglia a maniche lunghe e giacchina leggera, su maglia a maniche corte (termica). Riparto fresco e asciutto, corricchiando fino al primo ristoro. Pane con l’olio e solita immancabile utile cocacola. Chi non si era ancora cambiato coglie l’occasione per alleggerirsi.
Riparto e dopo un km scarso di discesa inizia la lunga e provante ascesa all’Alta Sant’Egidio, dove ci sono il ripetitore ed il secondo ristoro: 9 km a tratti sotto il sole per arrivare a circa 20 km dalla partenza.
A suo di colpi di bastoncino riprendo qualche trailer, superandoli. In questo tratto mi alterno con Roberto, che a tratti stacca e allunga.

Al secondo ristoro mi fermo un po’ più degli altri. Ho fame e di pane con l’olio ce n’è in abbondanza. Riparto carico, borraccia gonfia d’acqua e consapevole che il prossimo ristoro sarà dopo 14 km, un’eternità.
I 14 km più lunghi della mia vita. Aitante e prestante i primi 6 – sono di discesa – e vigoroso i successivi due, durante i quali sorpasso una triade di ragazze che sicuramente lottano per un buon piazzamento di categoria.

Davide - Valli Etrusche 01

Tra queste mi colpisce una, gonna trail azzurra manicotti bianchi ed una piuma tatuata sul polpaccio destro. Ha il passo sicuro e fa tutto di gambe, senza bastoncini. Per me quelli che negli ultra trail (per quanto corti) non utilizzano i bastoncini sono degli alieni. Io potrei dare forfait dopo al massimo 10 km.
Insomma, come detto, sorpasso con andatura brillante (per me).
Come non detto: dal km 28 al km 34 (terzo ristoro a Croce Sant’Egidio) soffro terribilmente. Arranco in salita (ed è TUTTA salita). Mi risorpassa chiunque, staccandomi di secchiate di minuti ad ogni passo. Poco importa: l’obiettivo è arrivare indenni al ristoro. Ho costantemente sete e finisco la scorta d’acqua a circa un km dal ristoro: se è anche solo 500 metri oltre il preventivato sono finito. Stringo i denti, chiamo Elena per sentire la sua voce squillante e tirarmi su. Vedo il miraggio, e non è un miraggio.
Mangio pane, crostata e manciate di uvetta. Bevo due taniche di sali e una cassa di cocacola. Riparto barcollante, sono a 5h 40m dallo start. So che ci saranno almeno 10 km alla prossima pausa.
Altri 2 km di tentennamenti, poi il mio fisico inizia ad assimilare i rifornimenti e mi sento rinvigorito. Trovo anche il tempo e modo di riprendere Roberto e fermarmi a fare una foto ricordo a 3 ragazze della corta. Click e giù per la discesa, facile, ad un improbabile (per me) 6.00/km.
La discesa mi lascia frastornato e, quando mi fermo all’ultimo ristoro al km 44, mi sento anestetizzato. Inizia a frizzarmi il cervello, le braccia cadono, le gambe fortunatamente si irrigidiscono ed evitano di farmi franare a terra. Fossi caduto giù, al 100% non sarei più partito.

Bevo, bevo come non ci fosse un domani. Acqua, sali, l’immancabile bevanda gassata. Mangio poco. Vedo Roberto che riparte e non ho il coraggio di seguirlo. Rimango in pausa per quasi 10 minuti. Poi mi rendo conto che sono alla fine.
Sono gli ultimi 6 km. Barcollo per uno, poi prendo il via. Brucio letteralmente gli ultimi 5 ad un passo che oscilla tra 5.30/km e 4.40/km. La velocità mi aiuta a farmi fare l’immancabile volo per terra. Per fortuna atterro nella parte di single track completamente coperta di foglie e rametti. Volo sul morbido.
Mi rialzo un po’ incazzato per aver rischiato di farmi male proprio all’ultimo. Scavalco gli alberi caduti (o tagliati?) con bradipica lentezza, ma in sicurezza.

Vedo la torre del Castello di Montecchio. Vedo il Castello e l’ultima breve salita. Riesco a palpare la fine: 8h 31m 48s (qui il tracking).

Mi aspetta riposo, compiacimento e pensare a come migliorare la tenuta in vista del prossimo appuntamento.

Davide - finisher

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